Assoc. Culturale Sezione Islamica Italiana
Casale Monferrato - Maggio 2014 - Ciclostilato in proprio
3. Il pagamento della zakah, l’imposta che Dio ha reso ob-bligatoria ai musulmani benestanti, la quale consiste nel versare una piccola parte delle ricchezze possedute: «Ai bisognosi, ai poveri, a coloro che sono incaricati di rac-coglierla, a coloro di cui bisogna conquistare i cuori, per la liberazione degli schiavi, a coloro che sono op-pressi dai debiti, per [supportare] la causa di Dio e a fa-vore del viandante» [Corano, 9:60].
4. Il digiuno nel mese sacro di Ramadan, il quale consiste nel digiunare fisicamente e spiritualmente dall’alba fino al tramonto del sole, astenendosi dal bere e dal mangiare, dall’avere rapporti sessuali con il proprio coniuge, e da ogni opera cattiva.
5. Il compimento del hajj, il pellegrinaggio alla Mecca. È obbligatorio una sola volta nella vita per chi è in grado fi-sicamente e ha le risorse economiche per farlo. CHE COSA È LA FEDE?
La Fede è attestare con piena convinzione, accettazione e sotto-missione, e non affermare meramente, che tutto ciò che ha detto Dio e il Suo Profeta Mohammed è conforme a verità. La Fede si testimonia attraverso le parole, le azioni e ciò che il cuore reputa veritiero, aumenta con l’ubbidienza a Dio e diminuisce con la di-sobbedienza ai Suoi Ordini. La Fede si fonda su sei Pilastri:
1. Il credere in Dio, che consiste nel credere nella Sua Esi-stenza, nell’Unicità della Sua Signoria e Divinità, e che solo a Lui appartengono i Nomi più Belli e gli Attributi Supremi e Perfetti.
2. Il credere negli Angeli, che consiste nel credere che sono creature di Dio. Sono stati creati dalla luce, ubbidiscono prontamente al Comando di Dio, Lo adorano, e Lo glorifi-cano notte e giorno senza mai stancarsi.
3. Il credere nel Libri rivelati, che consiste nel credere che sono la Parola di Dio rivelata ai Messaggeri come prova per l’umanità e come guida per i credenti. A ogni Messag-gero è stato rivelato un Libro, come la Torah a Mosè o l’Injil a Gesù figlio di Maria, destinato a rimanere in vigo-re fino all'arrivo della rivelazione successiva, ad eccezione del Corano rivelato al Profeta Mohammed, il Quale varrà fino al Giorno del Giudizio, e Dio lo proteggerà da qual-siasi tipo di manipolazione. Il Corano è il criterio che con-sente di distinguere il bene dal male, ed è un'autorità nei confronti dei Libri rivelati prima: «E a te abbiamo rivela-to il Corano secondo Verità a conferma delle Sacre Scritture rivelate prima e come Testimone di quanto è [contenuto] in Esse» [Corano, 5:48].
4. Il credere nei Messaggeri, che consiste nel credere che so-no dei servi di Dio, e che l'Altissimo li ha onorati affidan-do a loro il Suo Messaggio per trasmetterlo alla gente. I Messaggeri (Noè, Abramo, Mosè, Gesù figlio di Maria,
Mohammed, e tutti gli altri) sono delle semplici creature umane, non possiedono alcun potere divino. Mohammed, il Profeta arabo illetterato, vissuto in Arabia Saudita nel VII secolo d.C., discendente di Abramo attraverso suo fi-glio Ismaele, è il sigillo dei Profeti con cui Dio ha comple-tato tutti i Messaggi e l’ha inviato a tutta l’umanità: «Di' [o Mohammed!]: “O genere umano! In verità io sono stato inviato a tutti voi come Messaggero di Dio”» [Co-rano, 7:158].
5. Il credere nel Giorno del Giudizio, che consiste nel credere nella vita dopo la morte. Dio risusciterà tutti i morti in Quel Giorno e li giudicherà in conformità a come hanno agito nella vita terrena: «Quel Giorno ognuno sarà ri-compensato per quello che ha guadagnato, non ci sarà ingiustizia [nei confronti di nessuno] in quel Giorno» [Corano, 40:17]. Chi avrà giudizio positivo risiederà in Paradiso, mentre chi lo avrà negativo andrà all’Inferno.
6. Il credere nel Destino sia nel bene sia nel male che ne ri-sulta, che consiste nel credere che Dio ha prestabilito il giusto ordine e la precisa misura per ogni cosa, in accordo alla Sua Conoscenza di ciò che ancora non è, e in confor-mità a quanto impone la Sua Saggezza. Ciò significa che tutto quello che accade nell’universo non avviene per caso ma è dovuto alla Volontà assoluta di Dio cui nulla può sot-trarsi. In conformità a questo, Dio ha tuttavia concesso all’essere umano la facoltà di scegliere e la capacità di agi-re. CHE COSA È LA SUNNAH?
La Sunnah sono le Tradizioni Profetiche di Mohammed, che descrivono il suo modo d’agire attraverso le sue parole e azioni, tramandate fino ai giorni nostri tramite dei detti (hadith) le cui ca-tene di trasmissione sono attendibili. Le raccolte più famose di detti autentici sono quelle di al-Bukhari e Muslim.
La Sunnah è una fonte legislativa e dottrinale dell’Islam a tutti gli effetti: il Corano è la guida chiara per il credente, mentre la Sunnah ne è l’esempio pratico. Il Corano e la Sunnah di Moham-med non possono essere slegati l’uno dall’altro, ma devono essere invece presi entrambi insieme. Ogni musulmano deve attenersi alla Sunnah, poiché indica il modello esemplare di comportamento per il credente: «In verità nel Messaggero di Dio avete un buon esempio da seguire per chi spera [nell’incontro con] Dio e [nella ricompensa del] Giorno del Giudizio» [Corano, 33:21].
CHE COSA È L’ISLAM, CHI SONO I MUSULMANI?
La parola “Islam” è il nome verbale del verbo arabo aslama, il cui significato letterale è: rimettersi, abbandonarsi o sottomettersi. In ambito religioso la parola “Islam” assume il significato di ab-bandono fiducioso e sottomissione all’Unico Vero Dio degno di essere adorato. Così chi decide consapevolmente di sottomettersi, ubbidire, e adorare esclusivamente il Dio Unico in maniera sincera è definito “musulmano”.
In accordo a tale definizione, tutti i Profeti di Dio furono mu-sulmani e la loro religione fu l’Islam: «Dio ha stabilito per voi la stessa religione che ha stabilito per Noè, che è quella che ti ab-biamo rivelato [o Mohammed!], e che abbiamo stabilito per Abramo, Mosè e Gesù» [Corano 42:13]. Infatti, anche se ci sono state delle differenze nelle norme e nelle leggi che i Messaggeri di Dio portavano, il fine principale dei loro Messaggi è sempre stato lo stesso: l’instaurazione del Monoteismo e l’abbandono di qual-siasi tipo di politeismo. L’Islam, dunque, non è una nuova religio-ne, bensì è la stessa verità rivelata da Dio a tutti i Suoi Profeti, come l’Altissimo ha detto: «In verità la religione presso Dio è l’Islam» [Corano 3:19], e come il Messaggero di Dio Mohammed ci ha informato: «I Profeti sono fratelli, e la loro religione è una sola» [Riportato da al-Bukhari e Muslim].
Detto questo, l’Islam nel suo significato specifico, contestua-lizzato ai giorni nostri, è la verità rivelata portata dal Profeta Mo-hammed, che ha abrogato e sostituito le precedenti rivelazioni por-tate dagli altri Profeti, con cui Dio ha reso completa e perfetta la religione affinché sia adatta e valida per ogni epoca, luogo e popo-lo fino al Giorno del Giudizio: «Oggi ho reso perfetta per voi la vostra religione, ho completato su di voi il Mio favore, e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islam» [Corano 5:3], in cui si evince che il nome “Islam” è stato scelto da Dio stesso. Perciò chiunque oggigiorno segue il Messaggero di Dio Mohammed è musulmano, mentre chi rifiuta di seguirlo non lo è.
L’Islam si fonda sul Nobile Corano e sulle Tradizioni Pro-fetiche di Mohammed. Queste sono le sole due fonti assolute dell’Islam, da cui hanno origine ogni credenza e regola religiosa, poiché costituiscono la Rivelazione Divina ispirata da Dio al Pro-feta Mohammed. Di conseguenza la parola di una qualsiasi altra persona, indipendentemente dal suo carisma o autorevolezza, è accettata solo se è congruente con queste autorevoli fonti, altri-menti è rigettata.
L’Islam è credo e legge, quindi non tratta soltanto gli aspetti ri-guardanti la fede e la spiritualità dell’essere umano, ma racchiude in sé un codice di vita per l’individuo e per la società il cui fine è il raggiungimento del benessere in questa vita terrena e nell’altra dopo la morte. L'Islam ordina ogni cosa che ha un carattere nobile e virtuoso, mentre proibisce ciò che ha un carattere spregevole e ignobile: «In verità Dio ordina la giustizia, la bontà, e di dare aiuto ai parenti; mentre vieta le azioni malvagie, ciò che è proibito, e ogni tipo d'oppressione. Egli vi ammonisce affinché ne possiate trarre un monito» [Corano 16:90]. CHI È ALLAH?
La parola “Allah” è semplicemente la voce araba usata per no-minare Dio, non soltanto dai musulmani ma da tutte le persone che parlano la lingua araba. Il sostantivo “Allah” è un nome pro-prio, senza genere e non ammette plurale, e nessuno all’infuori di Dio può essere nominato con questo nome.
Allah è l’Unico Vero Dio di tutti i Profeti e dell’intera umanità: «Egli è Allah, Colui all'infuori del Quale non c'è altra divinità, il Conoscitore dell'invisibile e del visibile. Egli è il Sommamen-te Misericordioso, il Clementissimo. Egli è Allah Colui all'in-fuori del Quale non c'è altra divinità, il Re, il Santo, Colui che è privo di ogni tipo d’imperfezione, Colui che dà la sicurezza, Colui che sorveglia le Sue creature, il Possente, Colui che co-stringe al Suo volere, il Supremo. Allah non conosce difetto, è assai al di sopra di ciò che Gli associano» [Corano, 59:22-24].
Dio è l’Eterno Vivente, i Suoi Attributi sono perfetti e appar-tengono solamente a Lui, non ha padre né figli, e nessuno è pari a Lui: «Di' [o Mohammed!]: “Egli è Allah, l'Unico. Allah è Colui al Quale si rivolgono tutte le creature nel momento del biso-gno. Non ha generato e non è stato generato, e non v'è nulla di simile a Lui”» [Corano, 114:1-4].
Noi sappiamo di Dio soltanto ciò su cui ci ha informato: «Dio conosce ciò che è davanti a loro e ciò che è dietro di loro, men-tre nulla essi possiedono di sapere riguardo a Lui se non quello che Egli vuole che sappiano» [Corano, 2:255]. Nessun intelletto può concepire Dio né immaginarLo. Dio non ha alcun tipo di affi-nità con la Sua creazione, e non può essere confrontato con le Sue creature: «Non c’è niente di simile a Lui. Ed Egli è Colui che tutto ode, Colui che tutto vede» [Corano, 42:11].
Allah è l’Unico Vero Creatore, Colui che ha creato ogni cosa e dà i mezzi necessari per la sopravvivenza delle Sue creature, gra-zie a Lui sussistono i cieli e la terra. Se Dio interrompesse di elar-gire per un solo istante i Suoi favori all’essere umano, di certo l’umanità andrebbe in rovina. CHE COSA È IL MONOTEISMO?
La parola “Monoteismo” è tradotta in arabo con tawhid, che è il sostantivo verbale del verbo wahhada, il cui significato è rende-re una certa cosa unica. Dal punto di vista religioso “Monoteismo” significa: “Rendere Dio unico e assegnare esclusivamente a Lui tutto ciò che Lo riguarda”. Dio è l’Unico Creatore, a Lui soltanto appartengono il dominio e il controllo di tutte le cose; Dio è l’Unico al Quale bisogna rivolgere il culto, non condivide con nessuno la Sua Qualità Divina; Dio ha dei bellissimi Nomi e degli Attributi perfetti che appartengono solo a Lui.
In particolare, il Monoteismo è adorare esclusivamente Dio, ri-volgendo qualsiasi pratica devozionale e rito religioso unicamente a Lui, in maniera diretta e sincera senza prendersi alcun interces-sore. Questo è il Messaggio fondamentale di tutti i Profeti: «E in verità a ogni nazione abbiamo inviato un Messaggero [procla-mando]: “Adorate unicamente Dio e tenetevi lontano da tutti i falsi idoli”» [Corano, 16:36], dove con falsi idoli s’intende tutto ciò che l’uomo venera, segue o ubbidisce in maniera esagerata, che comporta la violazione dell’Unicità di Dio. La parola "adora-zione" comprende tutto ciò che Dio ama e di cui si compiace, pa-rola o atto, palese o nascosto che sia. La supplica, l'invocazione, il voto, la richiesta di soccorso, il chiedere perdono, sono tutti esem-pi di adorazione, non è lecito dedicare nessuno di tali atti ad alcu-no all'infuori di Dio.
Il Monoteismo è il Diritto di Dio sui suoi Servi, come il Profeta Mohammed ci ha informato: «In verità il Diritto di Dio sui Suoi servi è che adorino esclusivamente Lui senza associarGli al-cunché, mentre il diritto dei Servi su Dio è di non essere puniti se non Gli associano nulla» [Riportato da al-Bukhari e Muslim]. CHE COSA È IL POLITEISMO?
Nell’Islam il Politeismo (shirk) è il peccato più grave che un musulmano possa compiere, ed esso consiste nell’associare una qualsiasi cosa a Dio violando la Sua Assoluta Unicità. Ad esempio si commette un atto di Politeismo nell’invocare un santo o un mor-to, nel chiedergli d’intercedere, nell’implorargli soccorso, nel far-gli voto o altro, perché così facendo si crede che questi esseri umani possiedano qualità e potere divini, i quali in realtà appar-tengono solamente a Dio e non li condivide con nessun altro.
Il Politeismo nella sua forma più grave è un peccato che Dio non perdona, rende vane e infruttuose tutte le opere di chi lo commette, e se costui muore in questo stato rimarrà per sempre nell’Inferno: «In verità, Dio non perdona che Gli si associ al-cunché, mentre all’infuori di ciò perdona [ogni altra cosa] a chi vuole» [Corano, 4:48], «In verità chi attribuisce a Dio dei soci, Dio gli precluderà l'ingresso in Paradiso, e l'Inferno sarà la sua dimora» [Corano, 5:72]. QUALI SONO I PILASTRI DELL’ISLAM?
I Pilastri dell’Islam sono le sue fondamenta: su di essi l’Islam è stato costruito. I Pilastri sono cinque:
1. La testimonianza di Fede (shahadah), la quale consiste nell’attestare che nessuno ha il diritto di essere adorato ec-cetto Dio, e che Mohammad è il Suo Messaggero. Questa dichiarazione in arabo si legge: “Ash-shadu an la Ilaha il-la-llah, wa ash-shadu anna Muhammadan Rasulu-llah”. La testimonianza di fede è l’espressione verbale dell’accettazione dell’Islam.
2. L’osservanza delle cinque preghiere quotidiane obbligato-rie, eseguite nella stessa maniera in cui le ha eseguite il Profeta Mohammed, le quali sono: la preghiera dell’alba (fajr), la preghiera del mezzogiorno (dhor), la preghiera del pomeriggio (‘asr), la preghiera del tramonto (magh-reb) e infine la preghiera della sera (‘isha).
Assoc. Culturale Sezione Islamica Italiana
Casale Monferrato - Maggio 2014 - Ciclostilato in proprio
3. Il pagamento della zakah, l’imposta che Dio ha reso ob-bligatoria ai musulmani benestanti, la quale consiste nel versare una piccola parte delle ricchezze possedute: «Ai bisognosi, ai poveri, a coloro che sono incaricati di rac-coglierla, a coloro di cui bisogna conquistare i cuori, per la liberazione degli schiavi, a coloro che sono op-pressi dai debiti, per [supportare] la causa di Dio e a fa-vore del viandante» [Corano, 9:60].
4. Il digiuno nel mese sacro di Ramadan, il quale consiste nel digiunare fisicamente e spiritualmente dall’alba fino al tramonto del sole, astenendosi dal bere e dal mangiare, dall’avere rapporti sessuali con il proprio coniuge, e da ogni opera cattiva.
5. Il compimento del hajj, il pellegrinaggio alla Mecca. È obbligatorio una sola volta nella vita per chi è in grado fi-sicamente e ha le risorse economiche per farlo. CHE COSA È LA FEDE?
La Fede è attestare con piena convinzione, accettazione e sotto-missione, e non affermare meramente, che tutto ciò che ha detto Dio e il Suo Profeta Mohammed è conforme a verità. La Fede si testimonia attraverso le parole, le azioni e ciò che il cuore reputa veritiero, aumenta con l’ubbidienza a Dio e diminuisce con la di-sobbedienza ai Suoi Ordini. La Fede si fonda su sei Pilastri:
1. Il credere in Dio, che consiste nel credere nella Sua Esi-stenza, nell’Unicità della Sua Signoria e Divinità, e che solo a Lui appartengono i Nomi più Belli e gli Attributi Supremi e Perfetti.
2. Il credere negli Angeli, che consiste nel credere che sono creature di Dio. Sono stati creati dalla luce, ubbidiscono prontamente al Comando di Dio, Lo adorano, e Lo glorifi-cano notte e giorno senza mai stancarsi.
3. Il credere nel Libri rivelati, che consiste nel credere che sono la Parola di Dio rivelata ai Messaggeri come prova per l’umanità e come guida per i credenti. A ogni Messag-gero è stato rivelato un Libro, come la Torah a Mosè o l’Injil a Gesù figlio di Maria, destinato a rimanere in vigo-re fino all'arrivo della rivelazione successiva, ad eccezione del Corano rivelato al Profeta Mohammed, il Quale varrà fino al Giorno del Giudizio, e Dio lo proteggerà da qual-siasi tipo di manipolazione. Il Corano è il criterio che con-sente di distinguere il bene dal male, ed è un'autorità nei confronti dei Libri rivelati prima: «E a te abbiamo rivela-to il Corano secondo Verità a conferma delle Sacre Scritture rivelate prima e come Testimone di quanto è [contenuto] in Esse» [Corano, 5:48].
4. Il credere nei Messaggeri, che consiste nel credere che so-no dei servi di Dio, e che l'Altissimo li ha onorati affidan-do a loro il Suo Messaggio per trasmetterlo alla gente. I Messaggeri (Noè, Abramo, Mosè, Gesù figlio di Maria,
Mohammed, e tutti gli altri) sono delle semplici creature umane, non possiedono alcun potere divino. Mohammed, il Profeta arabo illetterato, vissuto in Arabia Saudita nel VII secolo d.C., discendente di Abramo attraverso suo fi-glio Ismaele, è il sigillo dei Profeti con cui Dio ha comple-tato tutti i Messaggi e l’ha inviato a tutta l’umanità: «Di' [o Mohammed!]: “O genere umano! In verità io sono stato inviato a tutti voi come Messaggero di Dio”» [Co-rano, 7:158].
5. Il credere nel Giorno del Giudizio, che consiste nel credere nella vita dopo la morte. Dio risusciterà tutti i morti in Quel Giorno e li giudicherà in conformità a come hanno agito nella vita terrena: «Quel Giorno ognuno sarà ri-compensato per quello che ha guadagnato, non ci sarà ingiustizia [nei confronti di nessuno] in quel Giorno» [Corano, 40:17]. Chi avrà giudizio positivo risiederà in Paradiso, mentre chi lo avrà negativo andrà all’Inferno.
6. Il credere nel Destino sia nel bene sia nel male che ne ri-sulta, che consiste nel credere che Dio ha prestabilito il giusto ordine e la precisa misura per ogni cosa, in accordo alla Sua Conoscenza di ciò che ancora non è, e in confor-mità a quanto impone la Sua Saggezza. Ciò significa che tutto quello che accade nell’universo non avviene per caso ma è dovuto alla Volontà assoluta di Dio cui nulla può sot-trarsi. In conformità a questo, Dio ha tuttavia concesso all’essere umano la facoltà di scegliere e la capacità di agi-re. CHE COSA È LA SUNNAH?
La Sunnah sono le Tradizioni Profetiche di Mohammed, che descrivono il suo modo d’agire attraverso le sue parole e azioni, tramandate fino ai giorni nostri tramite dei detti (hadith) le cui ca-tene di trasmissione sono attendibili. Le raccolte più famose di detti autentici sono quelle di al-Bukhari e Muslim.
La Sunnah è una fonte legislativa e dottrinale dell’Islam a tutti gli effetti: il Corano è la guida chiara per il credente, mentre la Sunnah ne è l’esempio pratico. Il Corano e la Sunnah di Moham-med non possono essere slegati l’uno dall’altro, ma devono essere invece presi entrambi insieme. Ogni musulmano deve attenersi alla Sunnah, poiché indica il modello esemplare di comportamento per il credente: «In verità nel Messaggero di Dio avete un buon esempio da seguire per chi spera [nell’incontro con] Dio e [nella ricompensa del] Giorno del Giudizio» [Corano, 33:21].
CHE COSA È L’ISLAM, CHI SONO I MUSULMANI?
La parola “Islam” è il nome verbale del verbo arabo aslama, il cui significato letterale è: rimettersi, abbandonarsi o sottomettersi. In ambito religioso la parola “Islam” assume il significato di ab-bandono fiducioso e sottomissione all’Unico Vero Dio degno di essere adorato. Così chi decide consapevolmente di sottomettersi, ubbidire, e adorare esclusivamente il Dio Unico in maniera sincera è definito “musulmano”.
In accordo a tale definizione, tutti i Profeti di Dio furono mu-sulmani e la loro religione fu l’Islam: «Dio ha stabilito per voi la stessa religione che ha stabilito per Noè, che è quella che ti ab-biamo rivelato [o Mohammed!], e che abbiamo stabilito per Abramo, Mosè e Gesù» [Corano 42:13]. Infatti, anche se ci sono state delle differenze nelle norme e nelle leggi che i Messaggeri di Dio portavano, il fine principale dei loro Messaggi è sempre stato lo stesso: l’instaurazione del Monoteismo e l’abbandono di qual-siasi tipo di politeismo. L’Islam, dunque, non è una nuova religio-ne, bensì è la stessa verità rivelata da Dio a tutti i Suoi Profeti, come l’Altissimo ha detto: «In verità la religione presso Dio è l’Islam» [Corano 3:19], e come il Messaggero di Dio Mohammed ci ha informato: «I Profeti sono fratelli, e la loro religione è una sola» [Riportato da al-Bukhari e Muslim].
Detto questo, l’Islam nel suo significato specifico, contestua-lizzato ai giorni nostri, è la verità rivelata portata dal Profeta Mo-hammed, che ha abrogato e sostituito le precedenti rivelazioni por-tate dagli altri Profeti, con cui Dio ha reso completa e perfetta la religione affinché sia adatta e valida per ogni epoca, luogo e popo-lo fino al Giorno del Giudizio: «Oggi ho reso perfetta per voi la vostra religione, ho completato su di voi il Mio favore, e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islam» [Corano 5:3], in cui si evince che il nome “Islam” è stato scelto da Dio stesso. Perciò chiunque oggigiorno segue il Messaggero di Dio Mohammed è musulmano, mentre chi rifiuta di seguirlo non lo è.
L’Islam si fonda sul Nobile Corano e sulle Tradizioni Pro-fetiche di Mohammed. Queste sono le sole due fonti assolute dell’Islam, da cui hanno origine ogni credenza e regola religiosa, poiché costituiscono la Rivelazione Divina ispirata da Dio al Pro-feta Mohammed. Di conseguenza la parola di una qualsiasi altra persona, indipendentemente dal suo carisma o autorevolezza, è accettata solo se è congruente con queste autorevoli fonti, altri-menti è rigettata.
L’Islam è credo e legge, quindi non tratta soltanto gli aspetti ri-guardanti la fede e la spiritualità dell’essere umano, ma racchiude in sé un codice di vita per l’individuo e per la società il cui fine è il raggiungimento del benessere in questa vita terrena e nell’altra dopo la morte. L'Islam ordina ogni cosa che ha un carattere nobile e virtuoso, mentre proibisce ciò che ha un carattere spregevole e ignobile: «In verità Dio ordina la giustizia, la bontà, e di dare aiuto ai parenti; mentre vieta le azioni malvagie, ciò che è proibito, e ogni tipo d'oppressione. Egli vi ammonisce affinché ne possiate trarre un monito» [Corano 16:90]. CHI È ALLAH?
La parola “Allah” è semplicemente la voce araba usata per no-minare Dio, non soltanto dai musulmani ma da tutte le persone che parlano la lingua araba. Il sostantivo “Allah” è un nome pro-prio, senza genere e non ammette plurale, e nessuno all’infuori di Dio può essere nominato con questo nome.
Allah è l’Unico Vero Dio di tutti i Profeti e dell’intera umanità: «Egli è Allah, Colui all'infuori del Quale non c'è altra divinità, il Conoscitore dell'invisibile e del visibile. Egli è il Sommamen-te Misericordioso, il Clementissimo. Egli è Allah Colui all'in-fuori del Quale non c'è altra divinità, il Re, il Santo, Colui che è privo di ogni tipo d’imperfezione, Colui che dà la sicurezza, Colui che sorveglia le Sue creature, il Possente, Colui che co-stringe al Suo volere, il Supremo. Allah non conosce difetto, è assai al di sopra di ciò che Gli associano» [Corano, 59:22-24].
Dio è l’Eterno Vivente, i Suoi Attributi sono perfetti e appar-tengono solamente a Lui, non ha padre né figli, e nessuno è pari a Lui: «Di' [o Mohammed!]: “Egli è Allah, l'Unico. Allah è Colui al Quale si rivolgono tutte le creature nel momento del biso-gno. Non ha generato e non è stato generato, e non v'è nulla di simile a Lui”» [Corano, 114:1-4].
Noi sappiamo di Dio soltanto ciò su cui ci ha informato: «Dio conosce ciò che è davanti a loro e ciò che è dietro di loro, men-tre nulla essi possiedono di sapere riguardo a Lui se non quello che Egli vuole che sappiano» [Corano, 2:255]. Nessun intelletto può concepire Dio né immaginarLo. Dio non ha alcun tipo di affi-nità con la Sua creazione, e non può essere confrontato con le Sue creature: «Non c’è niente di simile a Lui. Ed Egli è Colui che tutto ode, Colui che tutto vede» [Corano, 42:11].
Allah è l’Unico Vero Creatore, Colui che ha creato ogni cosa e dà i mezzi necessari per la sopravvivenza delle Sue creature, gra-zie a Lui sussistono i cieli e la terra. Se Dio interrompesse di elar-gire per un solo istante i Suoi favori all’essere umano, di certo l’umanità andrebbe in rovina. CHE COSA È IL MONOTEISMO?
La parola “Monoteismo” è tradotta in arabo con tawhid, che è il sostantivo verbale del verbo wahhada, il cui significato è rende-re una certa cosa unica. Dal punto di vista religioso “Monoteismo” significa: “Rendere Dio unico e assegnare esclusivamente a Lui tutto ciò che Lo riguarda”. Dio è l’Unico Creatore, a Lui soltanto appartengono il dominio e il controllo di tutte le cose; Dio è l’Unico al Quale bisogna rivolgere il culto, non condivide con nessuno la Sua Qualità Divina; Dio ha dei bellissimi Nomi e degli Attributi perfetti che appartengono solo a Lui.
In particolare, il Monoteismo è adorare esclusivamente Dio, ri-volgendo qualsiasi pratica devozionale e rito religioso unicamente a Lui, in maniera diretta e sincera senza prendersi alcun interces-sore. Questo è il Messaggio fondamentale di tutti i Profeti: «E in verità a ogni nazione abbiamo inviato un Messaggero [procla-mando]: “Adorate unicamente Dio e tenetevi lontano da tutti i falsi idoli”» [Corano, 16:36], dove con falsi idoli s’intende tutto ciò che l’uomo venera, segue o ubbidisce in maniera esagerata, che comporta la violazione dell’Unicità di Dio. La parola "adora-zione" comprende tutto ciò che Dio ama e di cui si compiace, pa-rola o atto, palese o nascosto che sia. La supplica, l'invocazione, il voto, la richiesta di soccorso, il chiedere perdono, sono tutti esem-pi di adorazione, non è lecito dedicare nessuno di tali atti ad alcu-no all'infuori di Dio.
Il Monoteismo è il Diritto di Dio sui suoi Servi, come il Profeta Mohammed ci ha informato: «In verità il Diritto di Dio sui Suoi servi è che adorino esclusivamente Lui senza associarGli al-cunché, mentre il diritto dei Servi su Dio è di non essere puniti se non Gli associano nulla» [Riportato da al-Bukhari e Muslim]. CHE COSA È IL POLITEISMO?
Nell’Islam il Politeismo (shirk) è il peccato più grave che un musulmano possa compiere, ed esso consiste nell’associare una qualsiasi cosa a Dio violando la Sua Assoluta Unicità. Ad esempio si commette un atto di Politeismo nell’invocare un santo o un mor-to, nel chiedergli d’intercedere, nell’implorargli soccorso, nel far-gli voto o altro, perché così facendo si crede che questi esseri umani possiedano qualità e potere divini, i quali in realtà appar-tengono solamente a Dio e non li condivide con nessun altro.
Il Politeismo nella sua forma più grave è un peccato che Dio non perdona, rende vane e infruttuose tutte le opere di chi lo commette, e se costui muore in questo stato rimarrà per sempre nell’Inferno: «In verità, Dio non perdona che Gli si associ al-cunché, mentre all’infuori di ciò perdona [ogni altra cosa] a chi vuole» [Corano, 4:48], «In verità chi attribuisce a Dio dei soci, Dio gli precluderà l'ingresso in Paradiso, e l'Inferno sarà la sua dimora» [Corano, 5:72]. QUALI SONO I PILASTRI DELL’ISLAM?
I Pilastri dell’Islam sono le sue fondamenta: su di essi l’Islam è stato costruito. I Pilastri sono cinque:
1. La testimonianza di Fede (shahadah), la quale consiste nell’attestare che nessuno ha il diritto di essere adorato ec-cetto Dio, e che Mohammad è il Suo Messaggero. Questa dichiarazione in arabo si legge: “Ash-shadu an la Ilaha il-la-llah, wa ash-shadu anna Muhammadan Rasulu-llah”. La testimonianza di fede è l’espressione verbale dell’accettazione dell’Islam.
2. L’osservanza delle cinque preghiere quotidiane obbligato-rie, eseguite nella stessa maniera in cui le ha eseguite il Profeta Mohammed, le quali sono: la preghiera dell’alba (fajr), la preghiera del mezzogiorno (dhor), la preghiera del pomeriggio (‘asr), la preghiera del tramonto (magh-reb) e infine la preghiera della sera (‘isha).