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Il Timore di Allâh e la Speranza


nella Sua Misericordia


Di šeyẖ Ṣāliḥ al-Fawzān1


Prima parte …


Lode al Dio Unico, Colui che sostiene il proprio servo e rafforza il proprio esercito, Colui che


da solo ha sconfitto le fazioni. Non vi è cosa prima di Lui né dopo di Lui. Testimonio che non vi


è altro dio all’infuori di Allâh, l’Unico, il Quale non condivide la propria Signoria e la propria


Divinità con nessun altro, e la Sua creazione e il Suo comando appartengono solo a Lui. Testimonio


inoltre che Muḥammed è Suo servo e Messaggero. Egli è un Profeta cui Allâh ha aperto


il petto alleggerendo il suo fardello, e ha elevato il suo ricordo; umilia e rende insignificante chi


si oppone alle direttive del Suo Profeta. Che Allâh elogi Muḥammed insieme alla sua Famiglia e


ai suoi Compagni, i quali credettero a lui e lo sostennero, lottando con lui per Allâh come si deve;


che Allâh sia compiaciuto di loro e li renda soddisfatti, e che preservi tutti loro da ogni male.


Dunque:


O gente! Abbiate timore di Allâh, riflettete sul sublime Corano, poiché meditare su di Esso è


la strada della conoscenza che incita ad agire in accordo a Esso. Allâh – Possente e Maestoso –


ha ordinato di meditare sul Corano e ha spronato a farlo, poiché ciò dà un enorme beneficio al


musulmano. Chi medita sul Corano trova la meraviglia delle meraviglie nelle sue scienze e nel


suo stile letterario.


Fra queste meraviglie, vi è ciò che nel Corano è menzionato riguardo al Paradiso e


all’Inferno, la promessa e l’avvertimento, e non vi sono citati versetti sul Paradiso che non siano


preceduti o seguiti da versetti sull’Inferno, affinché il musulmano stia sempre in uno stato tra la


paura e la speranza: la paura dell’Inferno e la speranza del Paradiso. Il musulmano dunque non


può solo temere né solo sperare, ma deve appunto stare tra questi due stati d’animo; il timore


spinge a compiere buone azioni e ad avere una grande deferenza verso Allâh – Colui che è privo


1Sermone del venerdì tenutosi il 14/04/1435 dell’era musulmana (www.alfawzan.af.org.sa).


IL TIMORE DI ALLÂH E LA SPERANZA NELLA SUA MISERICORDIA خطبة الجمعة


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di difetti ed è Altissimo – mentre la speranza induce a pensare bene di Lui e aspettarsi il meglio


da Lui. Questa è la strada dei credenti, anzi è proprio quella che è stata seguita dai Messaggeri:


«Coloro [i Profeti, gli uomini pii, gli angeli o altri] – che essi invocano – bramano


[per loro stessi] il mezzo per avvicinarsi al loro Signore, e fanno a gara a chi è


più vicino a Lui, sperando nella Sua misericordia e temendo il Suo castigo. In


verità il castigo del tuo Signore è qualcosa di cui aver paura!» (al-Isrāʾ, 57).


«In verità erano solleciti nel fare buone azioni, e Ci invocavano con speranza e


timore, ed erano umili davanti a Noi» (al-Anbiyāʾ, 90).


Questa è la strada dei Messaggeri e di coloro che li hanno seguiti; mentre chi adora Allâh con


il solo timore fa parte di quelli che disperano della Sua misericordia. Allâh – Possente e Maestoso


– dice nel Nobile Corano:


«[Ibrāhīm] disse: “Chi mai dispera della misericordia del suo Signore se non gli


sviati?”» (al-Ḥiǧr, 56).


«Di certo solo i miscredenti disperano della misericordia di Allâh» (Yūsuf, 87).


E neanche bisogna adorare Allâh con la sola speranza: questa è la strada della setta deviata dei


murǧiʾah (i procrastinatori).


Perciò Allâh – Eccelso e Altissimo – dev’essere adorato sia con timore sia con speranza: la


paura dell’Inferno e l’augurio del Paradiso. Così se si ha speranza si nutre fiducia e non si dispera


della misericordia di Allâh; l’essere speranzoso nel proprio Signore induce a pensare bene di


Allâh e aspettarsi il meglio da Lui – Colui che è privo di difetti ed è Altissimo –. C’è però una


setta che non tiene mai in considerazione né la paura né la speranza, e affermano: «In verità adoriamo


Allâh solo per via dell’amore che proviamo nei Suoi confronti, e non perché abbiamo


paura dell’Inferno o desideriamo ardentemente il Paradiso». Costoro sono smarriti, fan parte dei


sufi.


Il musulmano ha l’obbligo di allontanarsi da queste sette e di prendere la strada della gente


della verità e del giusto: coloro che temono il proprio Signore e sperano in Lui, ricavando beneficio


sia dai versetti in cui c’è una promessa sia da quelli in cui c’è un avvertimento. Agendo così


essi non si discostano dalla retta via durante la loro vita, stando così ben lontani dalla linea di


condotta dei ẖawāriǧ (i ribelli), dei murǧiʾah (i procrastinatori) e dei sufi. Il musulmano segue la


strada di Muḥammed – che Allâh lo elogi e lo preservi da ogni male – e di tutti gli altri Messaggeri


e di coloro che li hanno seguiti.


C’è stato chi non ha temuto e si è sentito sicuro dal castigo di Allâh, come ad esempio il popolo


ʿĀd, la cui gente allorché fu ammonita dal suo Profeta Hūd – che Allâh lo protegga da ogni


male – rispose:


«Per noi è indifferente che tu ci ammonisca oppure no: in verità sono solo le favole


degli antichi, e noi non saremo per niente castigati» (al-Šuʿarāʾ, 136-138).


Chiediamo ad Allâh la salvezza! Ma quando videro arrivare da lontano la tempesta che li avrebbe


fatti perire:


IL TIMORE DI ALLÂH E LA SPERANZA NELLA SUA MISERICORDIA خطبة الجمعة


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«Dissero: “Ecco una nuvola che ci darà la pioggia!”. No, è al contrario quello


che avete sollecitato, è un vento che porta con sé un doloroso castigo» (al-Aḥqāf,


24).


Fra i contemporanei c’è chi deride la predicazione e l’ammonimento, accusando chi li rivolge:


«Voi complicate le cose alla gente, voi chiudete la porta della speranza in faccia alla gente; perché


invece non aprite la porta della speranza rendendo felice e contenta la gente?», ma questa è


la strada dei deviati, di cui fan parte il popolo ʿĀd e altri.


Dobbiamo stare in guardia contro queste vie ingannevoli, prendiamo la strada della verità,


speriamo nella misericordia del nostro Signore e agiamo; non basta, infatti, la sola speranza, ma


occorre anche adoperarsi e impegnarsi per ottenere la misericordia del Nostro Signore. Così temiamo


il castigo del Nostro Signore, desistendo dunque dall’essere disubbidienti, e abbandonando


i peccati e le azioni malvagie: questa è la strada della verità, la strada retta.


Meditate sul Nobile Corano, non troverete menzione del Paradiso né delle sue delizie che


non siano precedute o seguite dal ricordo dell’Inferno, delle sue punizioni, dei suoi veleni o della


sua calura, affinché lavoriate per il Paradiso e temiate l’Inferno. Allontanatevi da tutto ciò che


conduce all’Inferno, e per farlo non è sufficiente la sola paura di esso, ma è assolutamente necessario


che insieme al timore si agisca in maniera tale da evitare di finirvi dentro: questa è la


Saggezza di Allâh – Colui che è privo di difetti ed è Altissimo – che si trova nel Suo Libro chiarissimo.


Si sa che il Paradiso è circondato da avversità, avversità che si abbattono sulle persone;


nel Paradiso si entrerà non grazie alla sola speranza, bensì solamente grazie alla misericordia di


Allâh e alle buone azioni compiute:


«Pensate forse di entrare in Paradiso senza che vi tocchino [tribolazioni] simili a


quelle che avvennero a coloro che han vissuto prima di voi? Li colpì la miseria e


la malattia, e furono talmente scossi che il Messaggero e i credenti che erano


con lui dissero: “Quando arriverà il soccorso di Allâh?”. In verità, il soccorso di


Allâh è vicino!» (al-Baqarah, 214).


L’uomo non raggiunge il Paradiso per via della sola speranza o semplicemente dicendo: «Sono


musulmano, sono credente». Questa è un’asserzione che dev’essere verificata: «Qual è la sostanza


del tuo Islam?», «Qual è il livello della tua fede?». La fede non è né ornamento né desiderio,


ma è ciò che per il cuore è un fatto certo e assodato, e ciò che le azioni confermano, come


disse al-Ḥasan al-Baṣrī – che Allâh abbia misericordia di lui –: questa è la fede.


Il musulmano ha il dovere di non farsi ingannare da pensieri illusori dimenticando gli ammonimenti.


Il Paradiso è circondato da avversità: è necessario pregare di notte, digiunare di giorno,


lottare per la Causa di Allâh, bisogna sopportare la fatica dell’obbedienza ed essa è uno sforzo


faticoso per le anime, e l’essere umano deve reggere su di sé le avversità nelle quali c’è la soddisfazione


di Allâh – Colui che è privo di difetti ed è Altissimo – fino a ottenere il Paradiso grazie


alla Sua misericordia. L’Inferno è invece circondato da tentazioni, cui bramano moltissime anime;


le tentazioni proibite: quelle del divertimento e del gioco, della fornicazione, del furto, del


bere le bevande alcoliche, del trarre guadagno dall’usura e le tentazioni di tante altre cose illecite.


Il Paradiso è l’elevarsi, richiede un’elevazione e un innalzamento che inevitabilmente è faticoso


per le anime; mentre l’Inferno è lo scivolare giù e il degradarsi, che sono al contrario facili


IL TIMORE DI ALLÂH E LA SPERANZA NELLA SUA MISERICORDIA خطبة الجمعة


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per le anime. È, infatti, più facile scivolare che elevarsi: questo dobbiamo sempre ricordarlo, e


persistere nell’ubbidienza ad Allâh – Colui che è privo di difetti ed è Altissimo – il cui peso è la


speranza della ricompensa da parte Sua, e infine dobbiamo abbandonare ciò che Allâh ha proibito,


i peccati e la disubbidienza, per via del timore che si prova nei Suoi confronti.


Il musulmano deve seguire questa strada che è la strada dei Profeti, dei Messaggeri e degli


uomini pii: è lodevole essere in loro compagnia. Che Allâh benedica me e voi tramite il Sublime


Corano, e che ci faccia trarre beneficio dall’evidenza, dagli ammonimenti e della saggezza in


Esso contenuti. Questo è ciò che dico, che Allâh perdoni me, voi e tutti i musulmani da ogni


peccato, chiedete a Lui perdono: in verità Egli è il Perdonatore, il Misericordioso.


Seconda Parte …


Lode a Dio per i Suoi favori e benevolenze, e Lo ringrazio per il Suo aiuto e i benefici che ci


ha elargito. Testimonio che non vi è altra divinità all’infuori di Allâh, l’Unico senza soci, che sia


glorificato. Testimonio inoltre che Muḥammed è Suo servo e Messaggero, che Allâh lo elogi insieme


alla sua Famiglia e ai suoi Compagni, e che preservi tutti loro da ogni male.


Dunque:


O gente! Oggigiorno siete testimoni che i musulmani sono circondati da minacce di nemici, e


[da calamità come] la devastazione dei paesi, l’espulsione dei loro abitanti e la cacciata della


gente dalle loro case: ne siete testimoni sentendo queste notizie dalla mattina alla sera. Che significato


diamo a tutto questo? Ritorniamo ad Allâh? Ci volgiamo pentiti ad Allâh? Ci sforziamo


noi stessi, i nostri figli, i nostri fratelli, e la gente che è attorno a noi di ubbidire ad Allâh?


Ordiniamo il bene e proibiamo il male? Agiamo per salvarci da questi mali che ci circondano


oppure ascoltiamo solamente le notizie senza tenerle in considerazione, e senza trarre ammonimento,


rimanendo svagati e indifferenti? Ci opponiamo a ciò che ci circonda? Non c’è potenza


né forza se non in Allâh:


«Si sentivano forse al sicuro dal Piano di Allâh? Nessuno si sente al sicuro dal


Piano di Allâh eccetto il popolo dei perdenti» (al-Aʿrāf, 99).


In verità il castigo ha colpito i nostri vicini, non lontano da noi, e [nonostante questo] facciamo


di tutto per attirare questo castigo su di noi per via della nostra disubbidienza ad Allâh, e per essere


insensibili ai Suoi ordini, distratti e avversi: non ci siamo impegnati con tenacia per mantenere


la nostra sicurezza eccetto coloro che sono stati risparmiati da Allâh.


Abbiate timore di Allâh, o servi di Allâh! Prendete in esame ciò che sta succedendo, o voi


che avete occhi per vedere! Come ha detto Allâh – Possente ed Eccelso –:


«Distrussero le loro case» (al-Ḥašr, 2).


Cioè gli ebrei, allorché disobbedirono ad Allâh e al Suo Messaggero:


«Distrussero le loro case con le proprie mani e le mani dei credenti. Traetene


dunque una lezione, o voi che avete occhi per vedere!» (al-Ḥašr, 2).


IL TIMORE DI ALLÂH E LA SPERANZA NELLA SUA MISERICORDIA خطبة الجمعة


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Ciò non vale solo per gli ebrei, ma per tutti quelli che disobbediscono ad Allâh e al Suo Messaggero,


e non ottemperano diligentemente ai loro ordini, ma seguono invece il proprio desiderio:


«E non ubbidire a colui che abbiamo distolto l’attenzione del suo cuore dal ricordo


di Noi, e che segue il suo desiderio ed è insolente nel suo agire» (al-Kahf,


28).


Sappiate – che Allâh abbia misericordia di voi – che il miglior racconto è il Libro di Allâh, e


la migliore guida è di Muḥammed, che Allâh lo elogi e lo preservi da ogni male; e la cosa peggiore


è l’innovazione nella religione, e ogni innovazione è un’eresia. Rimanete uniti nella comunità


dei musulmani, e chi si separa, si separa all’Inferno.


«In verità Allâh e i Suoi angeli elogiano il Profeta [Muḥammed]. O voi che credete!


Elogiate il Profeta e rivolgetegli il saluto di pace» (al-Aḥzāb, 56).


O Allâh! Benedici e preserva da ogni male il Tuo Servo e Messaggero, il nostro Profeta


[Muḥammed], e che tu sia soddisfatto dei Tuoi Califfi ben guidati, gli aʾimmah retti: Abū Bakr,


ʿUmar, ʿUṯmān, ʿAlī, e tutti i Compagni, i Successori e coloro che li seguirono nel migliore dei


modi fino al Giorno del Giudizio.


O Allâh! Rafforza l’Islam e i musulmani, umilia il politeismo e i politeisti, sconfiggi i nemici


della Religione, rendi questo paese sicuro e stabile, così come tutti i paesi dei musulmani, o Signore


dei mondi! O Allâh! Garantisci la nostra sicurezza, salvaguarda la nostra fede, mantieni


stabile la nostra patria, fai in modo che i governanti siano pii, cura i nostri beni ed evitaci il male


di chi fra noi è malvagio, e non renderci responsabili delle azioni di chi fra noi è inaffidabile. O


Allâh! A chi vuole il male per l’Islam e i musulmani fai in modo che sia occupato dai suoi guai,


risparmiaci dalle sue macchinazioni, ed evitaci i suoi mali. O Allâh! Fai in modo che le armi dei


miscredenti, che li hanno resi arroganti e prepotenti contro i musulmani, si ritorcano contro di


loro. O Allâh! Rendi queste armi una piaga contro i miscredenti, e allontana il loro male dai musulmani:


in verità Tu hai potere su ogni cosa. O Allâh! Preservaci dai miscredenti, poiché Tu sei


il più potente in assoluto e sei il più duro nel castigare:


«Accetta [quest’opera] da noi, o nostro Signore! Tu sei Colui che tutto sente e


conosce!» (al-Baqarah, 127).


O servi di Allâh:


«In verità, Dio ordina la giustizia, la bontà, e di dare [aiuto] ai parenti; mentre


vieta tutte le azioni malvagie, ciò che è riprovevole e ogni tipo d'oppressione.


Egli vi ammonisce affinché ne possiate trarre un monito» (al-Naḥl, 90).


Ricordatevi di Allâh e Lui si ricorderà di voi, ringraziateLo per i Suoi favori e Lui vi darà di più,


e il ricordo di Allâh è la cosa più grande, e Allâh sa ciò che fate.



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