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LA GUIDA COMPLETA ALLE


REGOLE DEL MASH


Di šeyẖ Muḥammed Nāṣir al-Dīn al-Albānī1


Nel nome di Allâh, il Sommamente Misericordioso, il Clementissimo


uando ho concluso il commento di questo scritto benedetto ed utile, mi sono reso conto che il


mio lavoro è stato reso più proficuo dal fatto che ho seguito la stessa metodologia che l'autore


(che Allâh abbia misericordia di lui) ha adottato nella verifica scrupolosa delle varie questioni su questo


argomento, su cui sono state messe alla prova moltissime persone e che hanno suscitato numerose


domande. Tali questioni hanno una stretta attinenza con i seguenti punti:


Q


1. Il masḥ (il passare le mani bagnate, 46ْ 8 2( َ compiuto sulle scarpe (naʿl, 9:َ ْ ; 3( .


2. Il masḥ compiuto sui calzini di pelle (ẖuff, =ّ ?ُ ) o sulle calze (ǧawrab, رَب Bْ Cَ ) bucate.


3. Se si tolgono le calzature o gli indumenti sui quali è stato eseguito il masḥ, il wuḍūʾ


viene annullato?


4. In quale istante inizia ad essere computato il tempo entro il cui termine è possibile


eseguire il masḥ?


5. Allo scadere del periodo di tempo in cui è possibile eseguire il masḥ, il wuḍūʾ viene


annullato?


Cerco aiuto solo da Allâh, affidandomi a Lui.


1. L'articolo proposto è la traduzione dell'appendice che l'autore ha allegato al testo: “al-Masḥ alá al-Ǧawrabayn” (Il


masḥ compiuto sulle calze) scritto dal sapiente Ǧamāl al-Dīn al-Qāsimī, durante il suo lavoro d'annotazione.


2. Con il termine masḥ s'intende in questo articolo, dal punto di vista religioso, l'atto di passare le mani bagnate sulle


calzature o sugli indumenti messi ai piedi al posto del loro lavaggio completo durante il rito del wuḍūʾ (l'abluzione


minore, ءBM .(وُ ُ


3. La parola araba naʿl, il cui significato originario è “suola” ovvero l'elemento della calzatura su cui poggia la pianta


del piede, viene usata per indicare i sandali o le scarpe che non superano le caviglie. Al tempo del Messaggero di


Allâh (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui) la parola veniva usata per indicare il sandalo, ovvero la calzatura costituita


da una suola piatta di cuoio fermata al piede da lacci o fasce di cuoio o pelle, che di fatto veniva considerata come se


fosse una scarpa. Di conseguenza abbiamo deciso di tradurre la parola naʿl in “scarpa” poiché se avessimo usato la


parola “sandalo” la gente avrebbe potuto applicare le regole trattate in questo articolo solamente ai sandali, invece di


applicarle a qualsiasi tipo di scarpa calzata ai piedi. Ed Allâh ne sa di più.


La guida completa alle regole del masḥ Di šeyẖ Muḥammed Nāṣir al-Dīn al-Albānī


1. Il masḥ compiuto sulle scarpe (naʿl, 9:َ ْ ; (


Per quanto riguarda il masḥ (il passare le mani bagnate, 46ْ 8َ ) compiuto sulle scarpe (naʿl, 9:َ ْ ; (


durante l'esecuzione del wuḍūʾ, è di voga fra i sapienti contemporanei affermare che non è permesso


compierlo, ma noi non conosciamo nessuna prova che possa supportare la loro tesi eccetto quello


che al-Bayhaqī dice nel suo Sunan (1/288):


«Il principio consiste nell'obbligo di lavarsi i piedi a meno che non ci sia qualcosa di


normativo nella Sunnah che lo renda più specifico o non ci sia il consenso unanime (dei


sapienti) in cui non c'è alcun tipo di divergenza. E l'esecuzione del masḥ sulle scarpe o


sulle calze (ǧawrab, رَب Bْ Cَ ) non rientra in nessuna di queste due eccezione. Ed Allâh ne


sa di più».


Così effettivamente dice. Tuttavia è ben noto, purtroppo, che nel giungere a questa conclusione


al-Bayhaqī ha trascurato i detti riguardanti l'istituzione della pratica del masḥ sulle calze e sulle


scarpe precedentemente menzionati in questo libro4, in cui gli isnād (catena di trasmissione del


detto, دYَZ[[\ إِ ْ ) di alcuni di questi detti sono autentici come è stato reso evidente. Per questo al-


Turkmānī al-Ḥanafī in “Al-Ǧawhar al-Naqī” (1/288) commentando le parole di al-Bayhaqī dice:


«Questa conclusione è inammissibile poiché è stato precedentemente citato il fatto che


al-Tirmiḏī ha autenticato l'esecuzione del masḥ sulle calze e sulle scarpe, dichiarandolo


ḥasan (buono, b[[6َ cَ ) dal detto trasmesso da Huzayl sull'autorità di al-Muǧīrah, e ha


anche dichiarato ḥasan il detto trasmesso al-Ḍaḥāk sull'autorità di Abū Mūsá. Inoltre,


Ibn Ḥibbān ha dichiarato autentico il masḥ compiuto sulle scarpe dal detto trasmesso da


Aws, e similmente Ibn H̱ uzaymah5 ha autenticato il detto trasmesso da Ibn ʿUmar che


parla del masḥ compiuto sulle scarpe di pelle conciata. Invece quello che al-Bayhaqī ha


menzionato dal detto trasmesso da Zayd bin al-Ḥubāb sull'autorità di al-Ṯawrī (ovvero


quello il cui isnād parte da Ibn ʿAbbās e che è stato mostrato precedentemente) riguardo


al masḥ compiuto sulle scarpe, è un detto buono ed Ibn al-Qaṭṭān l'ha autenticato


sull'autorità di Ibn ʿUmar».


Di conseguenza una volta che sei venuto a conoscenza di questo, non è permessa alcuna


esitazione nell'accettare la concessione della pratica del masḥ sulle scarpe, soprattutto dopo che i


detti che trattano l'argomento in questione sono stati accertati. Questo perché come ha detto


precedentemente l'autore al-Qāsimī:


«I detti inerenti a tale argomento sono autentici, quindi l'unica cosa da fare è: ascoltare


ed ubbidire».


Ciò vale specialmente dopo che si è venuti a conoscenza che i Compagni (che Allâh sia soddisfatto di


loro) hanno praticato il masḥ sulle scarpe, ed il più in vista tra loro fu il califfo ben guidato ʿAlī bin


4. L'autore si sta riferendo al testo: “al-Masḥ alá al-Ǧawrabayn” (Il masḥ compiuto sulle calze), scritto dal sapiente


Ǧamāl al-Dīn al-Qāsimī, a cui ha allegato questo appendice. Di conseguenza quando l'autore utilizza l'espressione


“precedentemente menzionato”, o altre simili, vuol dire che sta facendo a riferimento a questo testo.


5. Si veda “al-Ṣaḥīḥ ” di Ibn H̱ uzaymah, edizione al-Maktab al-Islāmī (pag. 100).


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Abī Ṭālib come è stato visto precedentemente. Inoltre, fu anche il punto di vista adottato da alcuni


Imām fra gli autorevoli pii predecessori (che Allâh sia soddisfatto di tutti loro). Ibn Ḥazm (che Allâh l'Altissimo


abbia misericordia di lui) dice in “al-Muḥallá” (2/103):


«Questione: “Così se i calzini di pelle (ẖuff, =ّ ?ُ ) sono tagliati al di sotto delle caviglie,


allora è permesso eseguire il masḥ su di essi”. Questo è il punto di vista di al-Awzāʿī, ed


è stato riportato da lui che disse: “Il muḥrim (colui che sta compiendo il pellegrinaggio,


مsِ tْ 8ُ ) può eseguire il masḥ sui propri calzini di pelle che sono stati tagliati al di sotto


delle caviglie ...”. Invece altri hanno detto: “Non è permesso eseguire il masḥ su di essi


a meno che non siano al di sopra delle caviglie”».


2. Il masḥ compiuto sui calzini di pelle (ẖuff, =ّ ?ُ ) o sulle calze (ǧawrab, رَب Bْ Cَ ) bucate


In merito all'esecuzione del masḥ sui calzini di pelle (ẖuff, =ّ ?ُ ) o sulle calze (ǧawrab, رَب Bْ C ( َ


bucate, i sapienti hanno pareri differenti. La maggior parte di loro proibisce il masḥ in questo


particolare caso dopo una lunga controversia dibattutasi tra loro: puoi trovarla esposta nei minimi


dettagli nei libri di giurisprudenza islamica ed in particolare in “al-Muḥallá”. Invece altri sapienti


hanno optato per la sua ammissibilità, e questo è il punto di vista che noi adottiamo.


L'argomentazione che utilizziamo per sostenere il punto di vista da noi scelto è che il principio di


fondo è la piena liceità del masḥ; di conseguenza il vietarlo o il porgli la particolare condizione che


non ci siano buchi negli indumenti su cui viene eseguito o lo stabilirgli un limite è rigettato per le


seguenti parole del Profeta (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui):


«Qualsiasi condizione che non si trova nel libro di Allâh è falsa»,


riportato da al-Buẖārī e Muslim. Inoltre, è stato anche trasmesso in modo autentico che al-Ṯawrī


disse:


«Esegui il masḥ finché sono attaccate ai tuoi piedi. I calzini di pelle indossati dai


muhāǧirīn (coloro che sono emigrati da Mekkah a Medīnah) e dagli anṣār (gli ausiliari


di Medīnah) non erano bucati, strappati e rattoppati?»,


riportato da ʿAbd al-Razzāq in “al-Muṣannaf” (753) e da al-Bayhaqī (1/283) con quella catena di


trasmissione.


Ibn Ḥazm in “al-Muḥallá” (2/100) dice:


«Così se nei calzini di pelle o su qualsiasi altra cosa indossata ai piedi ci sono dei buchi,


piccoli o grandi, lunghi o larghi, tali per cui una parte del piede sia visibile, piccola o


ampia o entrambe, allora tutti questi casi sono fra loro simili, e l'esecuzione del masḥ su


questi tipi indumenti è permesso fintanto che sono attaccati ai piedi. Questo è il punto di


vista di: Sufyān al-Ṯawrī, Dāwud, Abū Ṯawr, Isḥāq bin Rāhawayh e Yazīd bin Hārūn».


Poi Ibn Ḥazm ha riportato le parole dei sapienti che invece vietano il masḥ in questo caso, rendendo


evidenti le divergenze e contraddizioni presenti fra esse. Così ha rifiutato le loro parole dimostrando


in modo evidente che non c'è nessuna prova che possa supportare tali conclusioni eccetto l'opinione.


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Infine, ha terminato la sua analisi dicendo:


«Ad ogni modo, la verità su tale questione è ciò che è riportato nella Sunnah, la quale


chiarifica il Corano, in cui la regola per i piedi che non hanno nulla addosso su cui poter


eseguire il masḥ è che debbano essere lavati. Ma nel caso in cui indossino un qualsiasi


tipo d'indumento la regola stabilisce che si possa eseguire il masḥ su di esso. Questo è


quello che è stato riportato nella Sunnah: “... ed il tuo Signore non è per nulla


smemorato”6. Il Messaggero di Allâh (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui) quando


ordinò di eseguire il masḥ sui calzini di pelle e qualsiasi altra cosa che si indossa ai


piedi - e ha eseguito il masḥ sulle calze - sapeva che possono esserci dei buchi assai


larghi o piccoli come possono non esserci affatto nei calzini di pelle, nelle calze o in


qualsiasi altro tipo d'indumento indossato ai piedi. Inoltre, sapeva pure che tali


indumenti possono essere di colore rosso, nero o bianco, e che potevano essere nuovi o


logori. Tuttavia, nonostante tutto questo, il Profeta (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui)


non specificò alcuna di queste peculiarità a scapito di altre. Pertanto se la regola del


masḥ nella religione differisse in base alle caratteristiche elencate precedentemente,


allora sicuramente Allâh l'Altissimo non avrebbe tralasciato di rivelare come agire ad


esse, e neanche il Messaggero di Allâh (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui) lo avrebbe


trascurato ma l'avrebbe spiegato essendo compito della sua mansione. Quindi è corretto


che questa regola si applichi in tutti casi, e che il termine masḥ (il passare le mani


umide, 46ْ 8َ ) non sia intenso solamente nei limiti del suo significato letterale ai fini della


sua comprensione».


Lo šeyẖ al-Islām Ibn Taymiyyah nel suo “Iẖtiyārāt” (pag. 13) dice:


«È permesso eseguire il masḥ sugli indumenti che coprono i piedi su uno dei due lati:


Ibn Tamīm ed altri hanno narrato questo. Inoltre, è anche possibile eseguirlo sui calzini


di pelle bucati fintanto che si possano ancora chiamare con questo nome ed uno è in


grado di camminare mentre l'indossa. Questa è la più remota fra le due conclusioni a cui


giunse al-Šāfiʿī, ed è il punto di vista scelto da Abū al-Barakāt e da altri sapienti».


Faccio osservare che al-Rāfiʿī in “Šarḥ al-Waǧīz” (2/370) attribuisce questo punto di vista alla


maggioranza dei sapienti, e lo supporta tramite l'argomentazione per cui l'opinione che proibisce


l'esecuzione del masḥ in presenza di buchi restringe il campo della permissività, perciò è doveroso


che uno esegua questa pratica. Ed ebbe ragione! Che Allâh abbia misericordia di lui.


3. Se si tolgono le calzature o gli indumenti sui quali è stato eseguito il masḥ, il wuḍūʾ viene


annullato?


I sapienti hanno opinioni differenti anche riguardo a come si debba comportare colui che si toglie


i calzini di pelle (ẖuff, =ّ [?ُ ) o qualcos'altro di simile dopo aver eseguito il wuḍūʾ per mezzo del


masḥ. Le opinioni differenti oggetto della loro divergenza sono le tre seguenti:


6. Capitolo XIX, Maryam, versetti n. 64.


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1. Il wuḍūʾ è valido e la persona non deve fare nulla;


2. Deve lavare solamente i piedi;


3. Deve ripetere il wuḍūʾ;


Ognuno di questi pareri è stato sostenuto da un certo numero di sapienti fra gli autorevoli pii


predecessori. ʿAbd al-Razzāq in “al-Muṣannaf” (1/210/809-813) ha riportato i loro detti, così come


lo hanno fatto Ibn Abī Šaybah (1/187-188) ed al-Bayhaqī (1/289-290).


Non c'è dubbio che il primo punto di vista sia quello più attendibile poiché denota l'aspetto


essenziale del masḥ di essere una concessione ed una facilitazione da parte di Allâh. Di


conseguenza il giungere ad un'altra conclusione significa negare questa concessione e facilitazione,


come è stato argomentato da al-Rāfiʿī nella precedente questione. Inoltre, gli altri due punti di vista


hanno minor peso del primo per via delle due seguenti considerazioni:


1) Il primo parere è in accordo con la pratica del califfo ben guidato ʿAlī bin Abī Ṭālib.


Infatti, precedentemente abbiamo riportato con un isnād (catena di trasmissione del


detto, دYَZ\ إِ ْ ) autentico che ʿAlī (che Allâh sia soddisfatto di lui) invalidò il wuḍūʾ7 e così


rinnovò l'abluzione minore compiendo il masḥ sulle scarpe, poi le tolse ed eseguì la


preghiera.


2) Il primo parere è in accordo alla corretta analogia, poiché in verità se colui che ha


eseguito il masḥ sulla testa si tagliasse in seguito i capelli, non sarebbe obbligato a


ripetere di nuovo il masḥ sulla testa dal momento che il suo wuḍūʾ continuerebbe ad


essere valido. Lo šeyẖ al-Islām Ibn Taymiyyah opta per questo parere dicendo nel suo


“Iẖtiyārāt” (pag. 15):


«Il wuḍūʾ di colui che ha compiuto il masḥ sui calzini di pelle o sul turbante


(ʿimāmah, ‚[8َ Yƒَ „ِ ) non si annulla quando toglie uno di questi due indumenti, e


neanche si annulla quando il periodo di tempo in cui compiere il masḥ termina.


Di conseguenza non ha l'obbligo di passare le mani bagnate sulla testa o di


lavarsi i piedi (a causa dello sfilamento di questi due indumenti). Questo è il


punto di vista di al-Ḥasan al-Baṣrī, ed è in analogia con il caso dei capelli che


sono stati tagliati dopo aver eseguito il masḥ sulla testa, in accordo al punto di


vista corretto della scuola giuridica dell'Imām Aḥmed e della maggioranza».


Questo è anche il punto di vista di Ibn Ḥazm, così fai riferimento alle sue parole in


“al-Muḥallá” (2/105-109) in cui contesta coloro che hanno sostenuto un parere


opposto, dal momento che sono assai preziose.


Per quanto riguarda quello che è stato riportato da Ibn Abī Šaybah (1/187) ed al-Bayhaqī (1/289)


sull'autorità di uno dei Compagni del Profeta (che Allâh sia soddisfatto di loro) - in cui quando gli fu


chiesto a proposito di una persona che aveva eseguito il masḥ sui calzini di pelle e poi se li tolse


7. Letteralmente: “fece un ḥadaṯ ( ث†َ cَ )”. Nella terminologia giuridica islamica la parola “ḥadaṯ” identifica gli eventi o


atti che annullano lo stato di purezza di una persona, suddividendoli in due categorie: quelli minori che annullano il


wuḍūʾ (l'abluzione minore, ءBM وُ ُ ) e quelli maggiori per cui è necessario eseguire il ġusl (l'abluzione maggiore, 96ْ ‡ ( ُ


per potersi purificare. Ovviamente in questo contesto si sta facendo riferimento agli ḥadaṯ minori poiché il masḥ può


essere eseguito soltanto nel rito del wuḍūʾ.


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rispose: «Deve lavare i piedi» - nell'isnād di questo detto c'è Yazīd bin ʿAbd al-Raḥmān al-Dālānī di


cui il hāfiẓ Ibn Ḥaǧar disse: «È una persona veritiera ma tuttavia ha commesso numerosi errori nelle


sue narrazioni, ed inoltre usava compiere il tadlīs (falsificazione, ˆ‰Šِ †َ ْ ‹)».


Al-Bayhaqī ha riportato un altro detto simile a quello precedente sull'autorità di Abū Bakrah, i


cui narratori sono affidabili ad eccezione di ʿAlī bin Muḥammed al-Qurašī poiché non so chi sia.


Infine, al-Bayhaqī ha riportato che al-Muġīrah bin Šuʿbah, facendo risalire la sua narrazione al


Profeta (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui), disse:


«Il masḥ sui calzini di pelle può essere eseguito per tre giorni e tre notti per il


viaggiatore, e per un giorno ed una notte per il residente, fintanto che i calzini di pelle


non vengano tolti»,


ed alla fine della narrazione al-Bayhaqī ha allegato il seguente commento:


«ʿUmar bin Rudayḥ è l'unico ad aver narrato questo detto e non è un forte


trasmettitore».


Faccio osservare che l'aggiunta: “fintanto che i calzini di pelle non vengano tolti” è strana dal


momento che questo debole trasmettitore è l'unico ad averla narrata, e poiché non c'è nulla che


possa supportarla.


4. In quale istante inizia ad essere computato il tempo entro il cui termine è possibile eseguire


il masḥ?


Ci sono due ben noti punti di vista dei sapienti riguardo a tale questione:


1. Inizia nell'istante in cui dopo aver messo le calzature o gli indumenti in stato di


purezza il wuḍūʾ è invalidato a causa di un ḥadaṯ;


2. Inizia nell'istante in cui si esegue per la prima volta il masḥ per rinnovare il wuḍūʾ;


Gli Imām Abū Ḥanīfah, al-Šāfiʿī, Aḥmed ed i loro compagni adottano il primo parere. Tuttavia


non conosciamo la prova su cui si basano degna di essere menzionata, se non la semplice opinione.


Per questo alcuni dei loro compagni adottano un parere differente come vedremo più avanti. Inoltre,


non conosco nessuno tra i Compagni del Profeta (che Allâh sia soddisfatto di loro) che abbia preceduto


questi Imām nell'adottare la loro stessa scelta, contrariamente al secondo parere dal momento che la


guida dei Compagni (che Allâh sia soddisfatto di loro) fu il detto autentico ed il responso giuridico di


ʿUmar bin al-H̱ aṭṭāb.


Invece per quanto riguarda la Sunnah, ci sono dei detti autentici trasmessi da diversi Compagni


(che Allâh sia soddisfatto di loro), presenti in “al-Ṣaḥīḥ” di Muslim, nelle quattro Sunan, nei Musnad ed in


altri libri, in cui in queste narrazioni il Profeta (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui) ha ordinato il


masḥ, in altre lo ha permesso ed in una particolare ha stabilito la durata del tempo in cui compiere il


masḥ: in un giorno ed una notte per il residente, ed in tre giorni e tre notti per il viaggiatore.


È assai evidente che questo particolare detto stabilisce che il periodo di tempo in cui compiere il


masḥ inizia immediatamente dopo la sua prima esecuzione. Inoltre, stabilisce anche che il primo


parere deve essere rifiutato per le sue conseguenze necessarie, come risulta nella questione


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secondaria di chi esegue la preghiera del faǧr (la preghiera dell'alba, s Žْ َ Š ةُ ا ْ ’َ “َ ) poco prima che


sorga il sole, e mantiene valido il wuḍūʾ fino ad annullarlo a causa di un ḥadaṯ durante il tempo


della preghiera del faǧr del giorno dopo, cosicché sia obbligato a rinnovare il wuḍūʾ compiendo il


masḥ per la prima volta. Infatti, (se il primo parere fosse corretto) non potrà più eseguire altri


strofinamenti al di fuori di quello! Ma allora come fa ad essere vero l'affermare che tale persona lo


ha eseguito per “un giorno ed una notte”?! Invece se si considerasse il secondo punto di vista,


quello più corretto, questa persona potrebbe effettuare il masḥ fino a poco prima (dello scadere del


tempo) della preghiera del faǧr del terzo giorno successivo.


I sostenitori del primo parere giungono addirittura ad una conclusione ancora più strana di quella


che abbiamo appena menzionato, che consiste nella seguente argomentazione: “Se una certa


persona fa un ḥadaṯ (minore) e poi non rinnova il wuḍūʾ con la modalità del masḥ finché non sia


trascorso un giorno ed una notte, o tre giorni e tre notti nel caso in cui sia in viaggio, allora scade il


periodo consentito per poter eseguire il masḥ. Così non è più possibile eseguirlo finché tale persona


non si tolga ciò che indossa ai piedi, non rinnovi il wuḍūʾ e non lo indossi di nuovo”8. Di


conseguenza i sostenitori di questo strano parere privano a codesta persona di far uso della


concessione del masḥ, in base ad un punto di vista che è in contraddizione con la Sunnah! Perciò


l'Imām al-Nawawī si oppose al suo maḏhab (la scuola giuridica dell'Imām al-Šāfiʿī) a causa della


forte prova contraria, nonostante il fatto che egli ci teneva molto a non contraddirlo nel caso in cui


fosse stato in grado di farlo. Così al-Nawawī (che Allâh abbia misericordia di lui) dopo aver narrato il


primo punto di vista, e coloro che lo sostengono, dice (1/487):


«Al-Awzāʿī ed Abū Ṯawr hanno detto: “Il periodo di tempo in cui è consentito compiere


il masḥ inizia dall'istante in cui lo si esegue (per la prima volta) dopo aver invalidato il


wuḍūʾ ”, ed è una narrazione riportata sull'autorità dell'Imām Aḥmed e di Dāwud.


Questo è il parere più favorito, quello che ha maggior evidenza fra le prove. Inoltre, Ibn


al-Munḏir l'ha scelto, ed è stato narrato qualcosa di simile sull'autorità di ʿUmar bin al-


H̱ aṭṭāb (che Allâh sia soddisfatto di lui). Al-Māwardī ed al-Šāšī hanno narrato sull'autorità di


al-Ḥasan al-Baṣrī che il periodo di tempo inizia dall'istante in cui si indossano le


calzature o gli indumenti. Invece, coloro che affermano che il periodo di tempo inizia


dal primo masḥ si basano sulle seguenti parole del Profeta (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia


su di lui): “Il viaggiatore può eseguire il masḥ per tre giorni”, e questi sono detti


autentici come è stato visto precedentemente. Quest'ultimo detto afferma che è


permesso eseguire il masḥ per tre giorni, e ciò è possibile farlo solamente se il periodo


di tempo del masḥ inizia dall'istante in cui lo si effettua per la prima volta; anche perché


al-Šāfiʿī (che Allâh sia soddisfatto di lui) disse: “Se una persona invalida il wuḍūʾ mentre è


residente, e poi esegue il masḥ mentre sta viaggiando, allora deve completare la durata


del masḥ per il viaggiatore”, quindi ha collegato la regola all'atto del masḥ. I nostri


compagni (ovvero coloro che seguono la scuola giuridica dell'Imām al-Šāfiʿī) per


supportare il loro punto di vista utilizzano una narrazione che il ḥāfiẓ al-Qāsim bin


Zakariyyā al-Maṭrazī riporta dal detto trasmesso da Ṣafwān: “dall'istante in cui si fa un


ḥadaṯ fino all'istante in cui si fa un ḥadaṯ”, ma questa è una strana aggiunta (alla


8. Al-Nawawī ha menzionato questo parere in “al-Maǧmūʿ” (1/486).


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narrazione originale) non accertata, ed inoltre utilizzano anche il qiyās (deduzione per


analogia, سYَ‰–ِ ) ...».


Faccio osservare che nel caso in cui il qiyās qui menzionato sia in sé corretto nella sua validità,


allora la condizione che deve essere verificata per poterlo accettare ed usare come supporto è che


deve essere conforme alla Sunnah. Ma nel caso in cui la contraddica, come ritengo, non è permesso


prendere in considerazione questa deduzione per analogia. Per questo motivo si dice:


«Quando le narrazioni sono menzionate, la deduzione viene invalidata; e quando


giunge il fiume di Allâh, il fiume di Maʿqil9 viene vanificato».


Di conseguenza come può questa deduzione per analogia essere corretta quando contraddice anche


il parere del califfo ben guidato ʿUmar bin al-H̱ aṭṭāb? Io so che coloro che seguono ciecamente un


Imām invitano ad attenersi all'autentica Sunnah quando è in contrasto con il parer di ʿUmar bin al-


H̱ aṭṭāb (che Allâh sia soddisfatto di lui), come ad esempio fanno riguardo alla regola per il terzo divorzio,


quindi perché invece non accettano il suo parere quando è in accordo con la Sunnah? Infatti, ʿAbd


al-Razzāq in “al-Muṣannaf” (1/209/807) sull'autorità di Abū ʿUṯmān al-Nahdī riporta che disse:


«Fui presente quando Saʿd ed Ibn ʿUmar stavano dibattendo di fronte ad ʿUmar


riguardo al masḥ eseguito sui dei calzini di pelle, allorché ʿUmar disse: “Esegue il masḥ


su di essi fino alla stessa ora in cui l'ha eseguito, per quel giorno e quella notte”».


Faccio notare che il suo isnād è autentico in accordo ai requisiti imposti da al-Buẖārī e Muslim,


ed è una prova evidente che il periodo di tempo entro il cui termine è possibile compiere il masḥ


inizia dall'ora in cui viene eseguito per la prima volta sui calzini di pelle, e dura fino alla stessa ora


del giorno successivo. Questo è ciò che è evidente in tutte le narrazioni che sono state trasmesse


sull'autorità dei Compagni del Profeta (che Allâh sia soddisfatto di loro) riguardo al tempo di durata del


masḥ per quanto ne sappiamo, riportate da ʿAbd al-Razzāq ed Ibn Abī Šaybah in “al-Muṣannaf”. A


titolo di esempio, menziono quello che è stato riportato da Ibn Abī Šaybah (1/180) sull'autorità di


ʿAmrū bin al-Ḥāriṯ che disse:


«Ho viaggiato con ʿAbdullâh verso varie città, ed egli eseguiva il masḥ sui calzini di


pelle per tre giorni, senza sfilarli»,


il suo isnād è autentico in accordo ai requisiti imposti da al-Buẖārī e Muslim.


Perciò i detti dei pii predecessori insieme con la Sunnah di Muḥammed (che gli Elogi di Allâh e la


Pace sia su di lui) concordano con quanto abbiamo menzionato: così aderisci a questo e con il


permesso di Allâh sarai ben guidato.


5. Allo scadere del periodo di tempo in cui è possibile eseguire il masḥ, il wuḍūʾ viene


annullato?


Riguardo a questo quesito i sapienti hanno diverse opinioni, di cui le due più conosciute sono le


seguenti adottate dalla scuola giuridica dell'Imām al-Šāfiʿī:


9. Maʿqil bin Yasār al-Muznī uno dei Compagno del Profeta (che Allâh sia soddisfatto di loro). Il suo nome è stato dato ad un


fiume artificiale realizzato nella città di Bassora in Iraq.


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1. È obbligatorio rinnovare il wuḍūʾ;


2. È sufficiente lavare soltanto i piedi;


alle quali se ne può aggiungere un'altra:


3. La persona non deve fare nulla, infatti il suo stato wuḍūʾ è ancora valido e può così


eseguire la preghiera mentre è in questo stato finché non lo invalida a causa di un


ḥadaṯ. Questo è quello che al-Nawawī (che Allâh abbia misericordia di lui) ha affermato.


Ritengo che il terzo punto di vista sia quello più forte, ed è quello che al-Nawawī scelse nonostante


sia in disaccordo con la sua scuola giuridica; infatti, disse (che Allâh abbia misericordia di lui) in “al-


Maǧmūʿ” (1/527):


«Questo punto di vista è stato narrato da Ibn al-Munḏir sull'autorità di: al-Ḥasan al-


Baṣrī, Qatādah e Suleymān bin Ḥarb. Inoltre, Ibn al-Munḏir l'ha scelto ed è il parere più


preferibile e convincente. I nostri compagni lo hanno riportato da Dāwud».


Al-Šiʿarāni in “al-Mīzān” (1/150) ha attribuito questo parere all'Imām Mālik, mentre al-Nawawī


ha riportato sull'autorità di questo Imām un altro parere, perciò bisogna verificare. Questo è anche il


punto di vista che è stato adottato da šeyẖ al-Islām Ibn Taymiyyah, come hai visto precedentemente


nelle sue parole menzionate sotto il terzo quesito, in conformità all'opinione di Ibn Ḥazm, il quale in


“al-Muḥallá” (2/94) dopo aver menzionato i sapienti che optano per questo parere, includendo


Ibrāhīm al-Naẖaʿī ed Ibn Abī Laylá, dice:


«E questo è il punto di vista per cui non è permesso adottarne un altro, poiché non c'è


nessuna prova nelle narrazioni che la scadenza del periodo di tempo in cui è possibile


eseguire il masḥ privi della purezza alcune o tutte le parti del corpo interessate dal


wuḍūʾ. In verità il Profeta (che gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui) ha solamente proibito di


eseguire il masḥ per più di tre giorni e tre notti per il viaggiatore, e per più di un giorno


ed una notte per il residente. Di conseguenza chi sostiene un qualsiasi altro parere ha


introdotto nelle narrazioni ciò che non è contenuto in esse, e ha attribuito al Profeta (che


gli Elogi di Allâh e la Pace sia su di lui) delle parole che non ha detto. Di conseguenza chiunque


agisce in tal modo perché ha capito male allora nulla grava su di lui, ma chi lo fa


intenzionalmente dopo che la prova del suo errore gli è stata resa evidente commette


uno dei peccati maggiori. Niente invalida il wuḍūʾ eccetto il ḥadaṯ. Così colui che ha


correttamente eseguito il wuḍūʾ e non ha fatto nessun ḥadaṯ è puro; e colui che è puro


può eseguire la preghiera finché non fa un ḥadaṯ, oppure non c'è una prova evidente che


stabilisca che il suo stato di purezza è stato invalidato pur non avendo fatto alcun ḥadaṯ.


Quindi tale persona il cui periodo di tempo del masḥ è esaurito e non ha fatto alcun


ḥadaṯ, e non c'è nessun altro motivo giuridico che invalidi il suo stato di purezza, né


quello relativo ad alcune o a tutte le parti del suo corpo interessate dal wuḍūʾ, è puro e


può eseguire la preghiera. Questo finché non fa un ḥadaṯ: a questo punto si deve sfilare i


calzini di pelle e tutto quello che ha messo ai suoi piedi, e deve rinnovare il


wuḍūʾ. Poi può ricominciare ad eseguire il masḥ per un nuovo intervallo di tempo, così


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La guida completa alle regole del masḥ Di šeyẖ Muḥammed Nāṣir al-Dīn al-Albānī


sempre sarà, ed ogni successo è dato da Allâh l'Altissimo».



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